Sri Lanka: leggi il diario

E’ proprio qui che faccio un incontro ravvicinato con una di essa che mi salta addosso. Con una zampa afferra la mia macchina fotografica che per fortuna avevo al collo e con l’altra la mia mano. Non vuole mollarmi… sono pietrificata, sento gridare una giovane donna… mostra anche i denti al mio compagno che mi raggiunge per “salvarmi”. Si allontana solo quando Giovanni agita il cavalletto della sua telecamera. Sono salva,  non mi ha graffiato…non mi sono riconosciuta…sono rimasta, per fortuna, immobile. Mi trovo in un vero pianeta delle scimmie e ho scoperto, a mie spese, che interagiscono con i visitatori anche in modo aggressivo. Non dimenticherò mai il contatto con quella zampa e quei denti aguzzi.

Gli incontri ravvicinati non finiscono qui. Usciamo dalla nostra stanza per raggiungere il pullman che ci porterà a Sigiriya quando un cobra s’infila in un tombino vicino a noi. Ho fatto appena in tempo a vedere il suo collo appiattito. Troppe strane avventure!

L’imponente fortezza di Sigiriya, in cima a un monolite, per molti considerata l’ottava meraviglia del mondo è uno degli otto patrimoni dell’umanità per lo Sri Lanka. E’ una spettacolare formazione rocciosa, di origine vulcanica, che riaffiora dalla sottostante pianura.  Si accede a essa attraverso una scalinata ai cui lati ci sono due zampe di leone che, come sentinelle, sembrano proteggere quella che viene chiamata Lion Rock. La salita è, a dir poco impegnativa, si devono “ scalare” oltre 1200 gradini. Saliamo spinti da grande curiosità, anche se un pensiero fisso ci attanaglia: ce la faremo a raggiungere la vetta? I macachi sono dappertutto, penso alla mia “ amica “ scimmia e sono un po’ titubante, ma proseguo: sono decisa a raggiungere la soprastante piattaforma.  Già a metà percorso riceviamo la prima ricompensa: ammiriamo in una conca parete rocciosa degli affreschi che rappresentano delle cortigiane o delle divinità molto formose, le bellissime fanciulle di Sigiriya. Questo testimonia che la fortezza è stata sia la residenza di un re del V secolo sia un antico monastero buddista. Si continua, ci si ferma di tanto in tanto per riprendere fiato e finalmente raggiungiamo la cima della fortezza: veniamo ripagati con un panorama a 360 gradi da mozzare il fiato. Sono sul tetto del mondo, mi sembra di essere al centro dell’universo, mi trovo in uno dei posti più vecchi del pianeta, respiro storia e legenda. Intorno a me i resti di questa fortezza medievale, scalinate, giardini d’acqua e di pietra e vasche colme d’acqua dove si riflettono il cielo, la vegetazione e i visitatori di questo eden. Si scende, un enorme cobra reale di pietra, pronto all’attacco, ci saluta e ci da il suo addio. Sono sempre più convinta che la pace interiore si trova nelle bellezze del mondo.

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