Sri Lanka: leggi il diario

Camminiamo senza una meta fissa: il sole è ancora alto all’orizzonte.
Facciamo ben presto una triste scoperta: una tartaruga della specie caretta-caretta è spiaggiata e senza vita. Una triste immagine, probabilmente l’ennesima vittima dell’inquinamento oceanico dovuto alla plastica. E’ veramente a rischio la sopravvivenza di queste creature e si fa ben poco per salvaguardare il loro habitat.

Ritornando in hotel ci fermiamo e ci sediamo su una panchina per osservare il sole col suo indimenticabile spettacolo di luce e di colori. Completa questa suggestiva cornice una coppia d’innamorati in riva all’oceano. La scena mi commuove: è difficile non emozionarsi davanti a cotanta magia. Andiamo via solo quando l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle. Il nostro animo è sereno, siamo pronti per assaporare le bellezze di questa terra. La nostra prima escursione è ad Anuradhapura, prima capitale singalese e città sacra dello Sri Lanka.

Col nostro bus facciamo subito un’insolita fermata. In un giardino antistante uno stupa stanno preparando una pira funeraria, una struttura di legno bianca che sembra un tempio…a breve ci sarà una cerimonia di cremazione. Osserviamo da lontano: per l’induismo bruciare un corpo è un sacro rito. Sembra tutto così naturale. Sarà il figlio maschio ad accendere la pira, solo così l’anima potrà raggiungere una nuova dimensione. Mi ritornano in mente le pire funerarie a Varanasi, nei ghat, e quelle indimenticabili di Katmandu: l’odore della carne che brucia lo sento anche ora. Beato chi crede in una futura rinascita!

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