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Diario di viaggio del Senegal
Novembre 2022


I giorno – 21 novembre
All’una di notte atterriamo all’aeroporto di Dakar, in Senegal, il paese della teranga alias dell’ospitalità.
Non mi aspetto una vacanza, ma un viaggio tra la gente i cui ritmi di vita sono diversi dai nostri.
Ogni volta che atterro nella “ Mia Africa ”vengo sommersa da sublimi e impareggiabili emozioni: mi sveglio, al mattino, consapevole di essere al posto giusto. Essa è la culla del genere umano e per ognuno di noi è come ritornare a casa o meglio alle proprie origini. Son sicura che, a volte, mi verrà da sorridere e, a volte, da piangere e che troverò la forza per non sentirmi sola di fronte alla bellezza che mi circonderà e alla tantissima povertà. Ahimè, so benissimo che in questa terra convivono le contraddizioni del nostro mondo: ricchezza e povertà inaudita.
Siamo un gruppo di 22 persone consapevoli che la maggior parte del popolo senegalese non ha niente per il nostro modus vivendi, ma da esso potremo trarre delle grandi lezioni di vita. Vedremo tutti, ne sono certa, il mondo con occhi diversi e ameremo ancor di più la vita.
L’ Africa ci conquisterà ancora una volta.

II giorno – 22 novembre 
In soli venti minuti da Dakar, la città del paradosso e del caos cosmico, raggiungiamo l’ isola di Gorèe che, nel corso di cinquecento anni, è passata dai portoghesi, che sfollarono gli indigeni Lebu, agli olandesi, agli inglesi e, infine, ai francesi fino a quando nel 1960 entrò a far parte del Senegal indipendente.
In quest’isola nella prima metà del 1400, i portoghesi crearono il primo insediamento europeo in terra africana che divenne non solo il centro dei traffici commerciali tra Africa e le Americhe, ma anche un avamposto per il commercio degli schiavi.

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