Gorèe fu a lungo un raro esempio di colonia europea dove convivevano europei, africani liberi e schiavi che costituivano la metà degli abitanti.
Visitiamo, nella parte settentrionale dell’isola, il forte d’ Estrèes edificato nella metà del XIX secolo con il preciso scopo di difendere Dakar. Successivamente fu utilizzato come prigione, oggi è un museo storico del Senegal con le sue 12 stanze che si aprono a ventaglio nella piazza delle Armi.
Nel primo pomeriggio visitiamo la Maison des Eclaves, la casa della vergogna, testimone di una delle più grandi e bestiali tragedie della storia dell’umanità. È il luogo della tratta degli schiavi di colore dove per ben tre secoli milioni di esseri umani sono stati privati della loro identità: un “magnum scelus”.
Grazie alla sua posizione geografica l’isola si trasformò da porto commerciale in un importante crocevia del traffico di capitale umano che veniva destinato alle piantagioni di tabacco, di cotone, di caffè e di canna da zucchero nelle Americhe e nelle isole caraibiche. Uomini, donne e bambini africani venivano strappati alla loro terra e, incatenati e marchiati con ferri roventi, venivano tenuti prigionieri in questa casa in attesa di essere venduti o barattati al migliore offerente. È in prossimità di una scala, a ferro di cavallo, che venivano avviate le atroci trattative. Il simbolo più triste è certamente la “porta del non ritorno” che affaccia sull’Oceano Atlantico e ai cui lati ci sono le due stanze di attesa. Da questa porta gli schiavi venivano imbarcati con la consapevolezza che non avrebbero fatto mai più ritorno alla loro terra…molti di loro si suicidarono, buttandosi sugli scogli, pur di non andare incontro al loro destino.