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VI giorno- 26 novembre

Siamo a Toubacouta. In mattinata, in piroga, lungo il delta del fiume Saloum, parco nazionale,  che si estende per ben 70000 ettari. Questo delta è formato da due fiumi Sine e Saloum che scorrono lentamente per cui l’acqua salata dell’oceano entra, per diversi chilometri, nell’entroterra. Questo delta, dal punto di vista paesaggistico è meraviglioso in quanto è ricco di ruscelli, mangrovie, boschetti e isolotti. In piroga ammiriamo una grande varietà di uccelli e una splendida vegetazione di mangrovie che si riflettono nell’acqua e nelle cui radici vivono ostriche a non finire. Numerosi sono i villaggi che vivono a stretto contatto con questo delta. Nel pomeriggio escursione all’isola di Diorom Boumag: un’Africa di popoli, di sguardi e di incontri. Come non notare le tante pecore, asini e mucche che attraversano la strada e la gente appesa ai bus stracolmi. Entriamo in un villaggio e, come dicevo in precedenza, sembra di entrare in una casa…si percepisce il lento scorrere del tempo. L’Africa è un paese che regala suggestive emozioni e non si può raccontare tutto con una foto e con un video. Spesso io metto da parte la mia amata Nikon e osservo questo mondo ricco di riti, odori e misteri al quale mi sento di appartenere. Camminiamo su un letto di conchiglie tra capanne circondate da una masnada di bambini sempre allegri e sorridenti.

Nel pomeriggio di nuovo sulle piroghe tra le mangrovie ad ascoltare, nel silenzio assoluto, le ostriche che chiudono le loro valve. Che spettacolo! Il sole sta tramontando e raggiungiamo, sempre in piroga, un isolotto di mangrovie per osservare il “ Repoisoire des oiseaux”. È qui, tra le mangrovie, nei rami più alti, lontani dai predatori, che gli uccelli si preparano per la notte. Occorre rispettare il silenzio per ascoltare l’incredibile baccano di Madre Natura.

VII giorno-27 novembre
Ci dirigiamo verso la piccola costa a sud di Dakar tra il delta dei fiumi Sine e Saloum e la penisola di Capo Verde. Ancora in piroga alla scoperta delle mangrovie: non mi stanco mai di guardare i meravigliosi riflessi sulle acque del fiume. Lungo il tragitto ci fermiamo in un villaggio, nella comunità di Sippo, dove regna un vecchio re senza corona e dove è d’obbligo la condivisione di ogni bene: condividere rende l’uomo più grande di quello che è. Una bimba vorrebbe salire nella nostra piroga. Che tenerezza! Abbiamo visitato diversi villaggi e in ognuno di essi ho trovato un’ospitalità che riscalda il cuore…è in questi villaggi che si scopre la vera teranga…lo straniero non si sente straniero…è al sicuro tra i suoi fratelli.

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