Ecuador & Galàpagos: leggi il diario

Avvertiamo la sua presenza: sta allontanando  un altro maschio , sta difendendo il suo territorio e le sue femmine. Comprendiamo a volo che ci dobbiamo anche noi allontanare, il maschio dei leoni marini è territoriale e pattuglia sempre il suo harem e allontana anche gli squali che si avvicinano alla costa. Proseguiamo il nostro cammino guardando sempre a terra per non calpestare lucertole e iguane. Ci fermiamo quando in acqua avvistiamo alcune tartarughe; gli incontri con le tartarughe marine sono altrettanto emozionanti, nella baia l’acqua è più bassa e si vedono flottare e poi affiorare con la loro testina e riusciamo a sentire anche il loro profondo respiro in questo inumano silenzio.

Continuiamo a costeggiare laghetti e lagune fino a quando non incontriamo colonie di cormorani: sono in fase di corteggiamento, alcuni si beccano, altri stanno costruendo il loro nido, altri ancora hanno da poco pescato e si asciugano le ali al sole. Ci troviamo nei pressi di distese laviche di recente formazione che presentano delle enormi spaccature. Il sole comincia a calare: dobbiamo raggiungere il nostro panga. Lungo la strada del ritorno il paesaggio sembra un set cinematografico di Dario Argento: un horror con una moltitudine  spettrale di iguane. Non ho paura, mi sento felice, una lacrimuccia stenta a scendere sulla mia guancia: è uno dei posti più belli dove io sia stata.

Questa è l’ultima notte sulla nave.

XVII giorno

Sbarco asciutto a Santa Cruz dove salutiamo le indimenticabili tartarughe e facciamo i nostri ultimi acquisti. Eccoci in volo per Guayaquil dove una guida ci fa fare un giro rapido della città: il centro storico, il lungo fiume e la collina del Carmen. Ammiriamo la città, ma il nostro cuore è rimasto alle Galapagos. In aeroporto verso Madrid.

XVIII

Un volo da Madrid ci porta in Italia. Dedico a voi, cari compagni di viaggio, questo diario. Forse non ci rivedremo mai più, ma rimarrete per sempre nei nostri cuori: nessuno potrà mai cancellare le emozioni e le sensazioni irripetibili che abbiamo condiviso. Ognuno di noi è stato se stesso, non ha impersonato alcun ruolo sociale, ma ha solo osservato questi incantevoli posti gioendo a pieno. Sappiamo benissimo, da viaggiatori incalliti quali siamo, che in una vacanza così il tempo è andato finalmente a rilento, abbiamo goduto ogni istante, il nostro animo si è rasserenato e il cuore si è rallegrato: tutto questo vivrà con noi.

Un ultimo pensiero va a Simone, il nostro adorato nipotino, al quale, fra qualche anno i  suoi nonni potranno raccontare questa favola di vita avventurosa.

Grazie Ecuador per l’ospitalità.
                                                                                                                  Betty Ranieri

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