Il diario del nostro viaggio in Brasile

Il secondo giorno, nelle Barreirinhas, facciamo un’escursione in barca a motore sul rio Preguiça tra palme, mangrovie e svariati uccelli. Facciamo sosta su una lingua di terra ondulata dall’acqua e dal vento…ho una strana sensazione…mi sembra di passeggiare sulla luna in assenza di gravità. Sarò diventata una libellula! A Vassouras incontriamo i macachi che sono fin troppo socievoli e poi a Mandacaro, un villaggio di pescatori, dopo aver visitato il faro, ci fermiamo su una lingua di terra tra fiume e oceano. L’oceano è agitato, ma il bagno è d’obbligo. Bellissimo! Ritorniamo a Barreirinhas dopo aver attraversato con la barca canali di mangrovie, questi meravigliosi alberi che affondano le radici nel fiume, e ascoltato, tra esse, l’incessante sibilo del vento.

Volo: São Luis- Brasilia.

Volo. Brasilia- Salvator Da Bahia

A Brasilia, per un ritardo, non riusciamo a prendere l’aereo per Salvator da Bahia per cui pernottiamo a Brasilia, ospiti della compagnia aerea. In noi c’è un po’ di nervosismo per l’imprevisto, riusciamo a ritrovare la serenità l’indomani a Bahia.

Salvator Da Bahia è stata la prima capitale del Brasile e sorge all’ingresso della meravigliosa baia di Todos Santos. La sua lunga storia trapela dalle architetture del centro e dal suo mix di diverse culture. Un microcosmo, una fucina di cultura afro-brasiliana, una città dalle mille sfumature dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

Lungo la baia facciamo una sosta al forte di Santo Antonio da Barra, la prima fortezza difensiva del Brasile con il suo faro che ora ospita la scuola tradizionale di capoeira e poi al forte di Monte Serrat: una punta sull’oceano con un’incredibile vista.  

Arriviamo al Pelourinho, dove visitiamo la chiesa di San Francesco dalla modesta facciata, ma da un interno di una ricchezza sorprendente: un edificio barocco con decori d’oro di epoca coloniale. E’, infatti, denominata la chiesa d’ oro. 

Dopo aver visitato la Cattedrale della Trasfigurazione del Signore, sede dell’arcidiocesi, anch’essa ricca di stucchi di legno aureo, raggiungiamo piazza del Municipio nei pressi dell’ascensore Lacerda che collega la città alta a quella bassa. Ci troviamo tra meravigliosi edifici colorati, in un dedalo di stradine lastricate, che parlano di un tempo passato. 

Il largo del Pelourinho è il fulcro della città dove, nei tempi passati venivano messi all’asta gli schiavi. Era un punto di raccolta di uomini africani che venivano utilizzati nelle piantagioni di canna da zucchero e non solo. L’icona del centro storico, la chiesa di Nostra Signora del Rosario, fu costruita sfruttando, fino allo stremo, gli schiavi.
 Durante il periodo coloniale gli schiavi non potevano professare liberamente la propria religione con i loro rituali, il Candomblè, e per aggirare a questo divieto adoravano le loro divinità riferendosi ai santi del Cattolicesimo. Le due fedi si sovrapposero portando, nel corso dei secoli, a un vero e proprio sincretismo religioso e culturale: ogni divinità veniva e viene ancora oggi associata a un santo del Cattolicesimo. Il razionalismo cattolico si è fuso con la religione animista africana dando origine a un fenomeno unico al mondo. 

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3 Comments

  1. says: Betty Ranieri

    Grazie, carissima per aver letto il diario…son contenta che ti sia piaciuto… e’ stato un viaggio meraviglioso anche per la presenza del nipotino…ti abbraccio e grazie ancora.Tantissimi auguri di buon anno da me e da Giovanni a te e ai tuoi cari…

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