Leggi il mio diario in Valtellina

Terzo giorno

Dal passo dello Stelvio ai laghi di Cancano, le perle alpine. Seguiamo le indicazioni per Livigno e, giunti alla frazione di Turri Piano, via per le Torri di Fraele e per i famosi laghi. Ancora tornanti…dalle torri ammiriamo la selvaggia valle con la strada intagliata nella roccia: sembra un piccolo Stelvio. Le torri di Fraele risalgono al XIV secolo, erano torri difensive a guardia del valico…sono l’anticamera dei laghi e della diga. È valsa veramente la pena fare questi tornanti: il colore turchese del lago e i ghiacciai ci ripagano pienamente anche se è triste osservare il dirupo sottostante detto il “ burrone dei morti “ che ricorda cruenti battaglie del passato per la difesa del territorio. È qui che ho fatto un’incredibile foto: il ghiacciaio, in una sua conca, mi ha regalato il profilo sdraiato di un enorme volto di donna che dorme. Meravigliosa perché opera di Madre Natura, un’incommensurabile artista che non smette mai di meravigliarci per la sua ineguagliabile fantasia, ma nello stesso tempo è triste: ci fa capire, tramite quelle macchie nere, che anche i ghiacciai delle nostre ALPI  stanno, sciogliendosi, riducendo la loro massa.

Ciò è spaventoso, non bisogna dimenticare che essi sono gli indicatori, ben visibili, del cambiamento climatico. Facciamo una bellissima passeggiata e attraversiamo la diga: c’è il sole, ma un gelido vento. Un vento che accarezza la pelle del mio viso e mi da quella freschezza che, dentro di me, ultimamente manca. Lungo la strada del ritorno, una coltre nebbiosa ricopre il volto dormiente e mi chiedo se domani ritornerà a vegliare su questa valle.

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