Leggi il diario della Giordania

Non potrò mai dimenticare l’affacciata sulla Terra Promessa, quel luogo che Mosè vide per la prima volta e dove non sarebbe mai entrato. Un posto che lascia senza fiato, una balconata naturale da dove si osservano secoli di storia: è proprio vero mi sembra di entrare in uno dei racconti della bibbia.
Sulla terrazza panoramica domina una croce a forma di serpente che richiama le parole di Gesù: “E come Mosè innalza il serpente nel deserto così bisogna che sia innalzato il figlio dell’uomo”. Dopo tante emozioni facciamo sosta al museo delle arti e dei mestieri del passato che, con le sue tipiche botteghe, ripropone la vita di un tempo che fu. Lungo la strada che collega la città di Madaba al castello di Shobak , alle porte del villaggio di  Al Jaya, c’è l’hotel più piccolo del mondo. Si tratta di un vecchio maggiolino, fissato su delle pietre, trasformato in alloggio per due persone il cui interno è arredato con stoffe coloratissime e con cuscini decorati con motivi tradizionali. Bisogna, comunque, possedere un grande senso di adattamento e un notevole spirito di avventura anche se c’è la Wi-Fi e una bicicletta per esplorare le zone circostanti aspre e selvagge. Ci troviamo ai piedi delle rovine del castello crociato di Shobak, abbarbicato sulle pendici di una solitaria e rocciosa montagna conica.

Costruito da re Baldovino I, intorno al 1100, per controllare le rotte delle carovane e dei pellegrini che provenivano dalla Siria e dalla penisola arabica è testimone delle glorie dei crociati. Siamo nelle vicinanze di Kerak il cui castello le popolazioni beduine non sono riusciti nemmeno ad espugnare: questo è il luogo dove si ritiene erano situate Sodoma e Gomorra distrutte da Dio con una pioggia di ferro e di zolfo. Un castigo divino per punire l’omosessualità…questa è un’altra storia…erano altri tempi. La discriminazione, l’ intolleranza e i pregiudizi sono piaghe ancora radicate nell’attuale società. Ogni essere umano ha pari dignità e deve essere rispettato qualunque sia il suo orientamento sessuale…ma anche questa è un’altra storia.

Mi trovo nel leggendario luogo dove si svolsero le battaglie tra crociati e le armate musulmane di Saladino che riuscirono a strappare Gerusalemme ai cristiani. Sto entrando in una macchina del tempo e mi sembra, tra queste alture, di intravedere Saladino col suo viso imbrunito dal sole,  col suo sguardo magnetico sul suo cavallo bianco e col capo coperto dalla Kefiah bianca. Sta sicuramente combattendo e sconfiggendo Rinaldo di Chatillon, il terribile signore del castello di Kerak nei cui fossati gettò le  teste decapitate. Era veramente un folle anche se risparmiò la vita agli abitanti del luogo. La guerra è stata e sarà sempre espressione di atrocità oltre ad essere la più grande disgrazia della nostra cultura. Agli orrori della guerra non si dovrebbe rispondere con la guerra.

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