Leggi il diario della Giordania

Concludiamo la giornata con una visita a Piccola Petra, al canyon freddo detto così perché le pareti di roccia impediscono l’accesso del sole. Mentre Petra era una vera cittadina dove i ricchi Nabatei abitavano, seppellivano i loro morti e adoravano gli Dei, Piccola Petra ospitava le carovane che erano dirette in Siria e in Egitto dopo aver attraversato il Wadi Rum. Comincio a respirare un’aria tranquilla, mistica, quasi magica nell’assoluto silenzio interrotto da qualche strumento a corde suonato da qualche beduino. Che pace! La sottile sabbia sembra attutire ogni rumore…il silenzio regna sovrano, quasi irreale. Mi sembra di essere entrata in una sorta di estasi contemplativa, sopraffatta da cotanta bellezza.

Ecco di fronte a me lo spettacolare tempio dedicato alla principale divinità dei Nabatei, Dushara, la cui immagine spettrale non ha né occhi né naso. Ad un certo punto il siq si restringe ed ecco le rocce con la scalinata che sembra toccare le nuvole. Le conformazioni rocciose sono spettacolari e intravedo volti umani, animali, divinità…finanche un beduino col suo fidato cammello.

Tantissime grotte, scavate dall’uomo nella pietra arenaria e levigate da Madre Natura, dove veniva data ospitalità alle carovane. Le pareti di queste grotte sono annerite dai fuochi accesi dai beduini quando qui pascolavano le loro greggi. Ecco la montagna della morte con tantissimi volti…saranno i defunti Nabatei che continuano a proteggere questi luoghi?

Non mancano le bancarelle e anziani beduini che, davanti alle grotte, seduti a terra sulla loro coperta, svolgono attività della loro cultura.

Che giornata intensa, ricca di momenti indelebili!

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