Dalle Dolomiti alla Slovenia: leggi il diario

Simone è sempre avanti: è la nostra vedetta. La sua voce echeggia ancora nella mia mente: nonna, dove sei? Attenta si scivola!
Finalmente al passo del Falzarego dove siamo circondati da un fantastico mondo di rocce. Da questo passo è ancora visibile il cratere provocato dai soldati italiani con oltre 30000 chili di esplosivo: una ferita che la montagna custodirà per sempre. Un’escursione indimenticabile, un luogo di riflessione per condannare la ferocia della guerra che non deve essere considerata uno strumento di giustizia. L’uomo, come scrisse Erasmo da Rotterdam, in guerra è peggiore delle bestie. L’escursus della grande guerra non finisce qui, raggiungiamo le Cinque Torri e il rifugio Nuvolau dove, camminiamo lungo i sentieri 
delle trincee: ancora le Dolomiti della morte con ripari per artiglieria, munizioni, viveri e legna.

Questi spettacolari speroni rocciosi raccontano la storia e rimarrei per ore a osservarli. La pareidolia mi perseguita: solo Simone riesce a confermare la visione dei miei personaggi surreali. Individuare volti e immagini nelle montagne, nelle nuvole e negli oggetti è sempre stato un mio passatempo…sono cosciente di osservare ciò che non c’è. 
Da qui la discesa è molto tranquilla, ma a un certo punto si scatena un’interminabile grandinata. Arriviamo in fondo alla valle fradici, ma felici per quest’ avventura. Completiamo la giornata al forte dei tre sassi, una fortificazione austro-ungarica della grande Guerra, dove visitiamo un interessante museo dedicato alle battaglie di queste zone.

L’ultimo giorno le Dolomiti si perdono nella nebbia: appaiono e scompaiono conservando il loro magico fascino. Decidiamo così, guardando le previsioni meteo, di andare al lago Misurina, il lago più vasto del Cadore dove assistiamo a uno spettacolo da mille e una notte: sulle sue acque si specchia il versante sud-ovest delle tre cime del Lavaredo. Riflessi unici! Camminare lungo la riva di questo incantevole lago alpino si ha la sensazione di muoversi all’interno di una fiaba e di assaporare pace e serenità. Nel pomeriggio tentiamo di raggiungere le cascate di Fanes, ma piove per cui optiamo per San Cassano dove visitiamo il museo, dedicato all’orso preistorico della Ladinia, ricco di reperti originali di grande interesse.
Arrivederci Alta Badia, grazie per le emozioni che ci hai regalato. Ti lasciamo avvolta in un manto nebbioso, le tue bellezze sono nascoste ma dimoreranno per sempre nei nostri cuori. Partiamo alla volta di Lubiana, ci fermiamo a Lienz, la città austriaca del sole, un’altra perla delle Dolomiti e poi alla fabbrica della Loaker, dove ci lasciamo facilmente tentare dalle golosità.

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