Dalle Dolomiti alla Slovenia: leggi il diario

Da Lubiana raggiungiamo le gole del Vintgar scolpite, nel corso dei millenni, dal fiume Rdovna. Durante l’inebriante percorso a piedi, di oltre 1,5 Km, osservo intorno a me la  natura incontaminata: imponenti pareti ripide, tonfani meravigliosi e poi la cascata di Sum. Il fragore della cascata, l’ho detto in altre occasioni, è quello che amo di più in natura: il mormorio dell’acqua che scorre e che poi precipita è un vero canto, un concerto unico.

Nella parte nord occidentale della Slovenia, ai piedi delle alpi Giulie c’è Bled col suo omonimo lago e con il suo incantevole isolotto.
In questo luogo ho preso ulteriore coscienza che non supererò mai la sindrome di Cenerentola: il mio sguardo incontra una bellezza severa e grandiosa che sgomenta.

Saliti al castello sono rimasta quasi ipnotizzata dalla stupenda vista sull’isolotto con la sua chiesetta di grande impatto scenico che, secondo storie popolari, si erge su un antico tempio dedicato alla dea slava Ziva. Secondo un’altra leggenda in questo castello viveva la ricca vedova Polissena che, in memoria del marito, fece fondere una campana per la chiesa dell’isola. L’imbarcazione che trasportava la campana si capovolse e questa finì nel lago profondo. Dal castello mi sembra di ascoltare i rintocchi in fondo al lago…l’emozione gioca brutti scherzi.

Facciamo il giro del lago: c’è una quiete celestiale che si mescola con gli straordinari colori. Prima di lasciare Bled ci concediamo una POTICA, una deliziosa millefoglie, il dolce tipico del luogo.

La Slovenia è il paese dell’ape carnica e spinti dalla curiosità stile Quark andiamo a Radovljica, con un piccolo e grazioso centro storico, dove si trova un interessante museo dell’apicoltura. Ricco di sale con fotografie, di vari attrezzi del mestiere anche del passato e di una vera e propria arnia da dove le api escono liberamente all’esterno: un museo che non ti aspetti, ma che ti sorprende.

Una delle tappe obbligatorie per chi visita Lubiana è Metelkova, una città nella città. E’ il quartiere degli artisti che attraverso i murales e svariate sculture danno sfogo alla loro immaginazione. Un laboratorio a cielo aperto, sede di protesta nel passato e che oggi cerca di dare vita a tutto ciò che è perduto. E’ un centro sociale dove di giorno si osserva questo mondo colorato in punta di piedi: si ha sempre l’impressione di disturbare e di immergersi in un’atmosfera che, a tratti, appare inquietante.

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