Islanda: terra del fuoco e del ghiaccio

21 AGOSTO

Siamo nella penisola dello Snaefellsnes, l’Islanda in miniatura, dalla surreale e misteriosa atmosfera, dominata dalla scintillante calotta glaciale dello Snaefellsjokull, immortalata da Jules Verne nel suo “Viaggio al centro della terra”. Mi sembra di ritornare indietro nel tempo e di intraprendere, una volta trovato il passaggio, la mia avventura verso il centro della terra…percorro il tunnel di lava sotto il ghiacciaio e incontro tutte le fantastiche creature di Verne. Anche qui regna una grande tranquillità che nella nostra quotidianità non esiste…siamo vittime di un’incredibile frenesia in un mondo che scorre senza mai fermarsi.
Ci troviamo in una piccola Islanda, un compendio di meraviglie: vulcani, ghiacciai, cascate, fiordi, spiagge dorate e nere, villaggi di pescatori, fari, paesaggi da lasciare senza fiato e poi quella incredibile desolazione che riempie il cuore. È veramente uno dei posti più belli del mondo: la classica ciliegina sulla torta. 

La montagna di Kirkjufell è la montagna più fotografata d’ Islanda; alta 463 metri viene chiamata, per la sua forma conica, la montagna della chiesa. Un paesaggio unico al mondo…sarei rimasta per ore a contemplarlo. Ai piedi di questa montagna si trova Kirkjufellfoss, una piccola cascata che contribuisce a creare un ambiente a dir poco incantato. È da questa cascata che la montagna mi sembra il cappello di una strega mentre gli amanti di Game of Thrones vedono sicuramente la punta di una freccia. La felicità di giocare con la fantasia, insita nella natura umana, è alla portata di tutti. Ai piedi di questa montagna c’è un lago dove la chiesa, con il cielo limpido, si specchia.

In questa perla islandese, tutta da scoprire, ci sono delle scogliere meravigliose con spettacolari faraglioni…indimenticabile l’immenso arco che sembra un cuore. Facciamo un’eccellente carrellata di tutte le meraviglie geologiche di quest’isola.

L’Islanda è una grande maestra di vita: insegna che la natura, con le sue bellezze, fa sentire l’uomo piccolissimo, un ospite privilegiato che dovrà camminare in punta di piedi e rispettare il mondo circostante. Noi, razza umana, facciamo parte della natura e la natura è parte di noi: distruggendola distruggiamo noi stessi.

Nel pomeriggio raggiungiamo Reykjavik, la capitale più a settentrione del mondo. La prima sosta la facciamo al museo Perlan dove, dalla sua cupola di vetro, ammiriamo il panorama della città. Non passa inosservato l’Harpan, un centro per concerti la cui imponente facciata è formata da esagoni di vetro. Camminiamo lungo la strada principale, la Laugavegur, ricca di bar, ristoranti ed esclusive boutique. Il suo nome significa “strada dell’acqua” perché le donne, in passato, qui portavano i panni da lavare nelle piscine calde.  Infine facciamo una passeggiata al vecchio porto e sul lungomare dove c’è una scultura in acciaio che rappresenta una nave vichinga che sta a rappresentare il viaggio verso il sole ovvero l’eternità. Siamo in un altro mondo che viene offuscato dalle bellezze naturali che abbiamo visitato.

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