Il diario del nostro viaggio in Vietnam e Cambogia

Ho Chi Min (Saigon)

Dall’aeroporto di Huè con un volo di linea, in poco più di un’ora, raggiungiamo Ho Chi Min, l’ex Saigon, l’ex capitale del Vietnam del sud, così chiamata dai comunisti vincitori della guerra del Vietnam in onore del padre fondatore del Vietnam socialista. La città presenta poche attrazioni architettoniche: è una grande metropoli, dove si respira aria occidentale. Il nostro hotel è situato nei pressi della torre Bitexo il cui design ricorda il fiore di loto. Appare una città, imbottigliata da moto e scooter, che si estende in ogni direzione e il fiume, il suo piccolo drago, non riesce a trattenere tra i suoi argini lo sviluppo tumultuoso che è in atto in questi ultimi anni.
Ci rechiamo a Cho Lon, il quartiere cinese, dove c’è la pagoda di Thien Hau dedicata alla Dea del mare, la venerata Dama Celeste. I fedeli pregano e bruciano incensi sotto forma sia di bastoncini che ardano nei bracieri e sia di spirali, a forma di cono, che vengono appese al soffitto. In ogni spirale c’è un foglietto viola con una preghiera. Anche il nostro Pierfranco scrive una preghiera a nome del gruppo e, senza rivelare il contenuto, appende il nostro incenso in segno di buon auspicio per tutti. La magica atmosfera fumosa, i rituali circostanti e le raffigurazioni di Thien Han con i suoi guardiani tra strabilianti colori mi trasportano, per un istante, in un’altra dimensione: avverto un soffio divino che mi “ remise in forma “ dandomi una carica sovrumana per andare avanti.
Il vecchio quartiere coloniale ospita l’hotel ville, l’opera, la cattedrale di Notre Dame e l’ufficio postale: notevole l’impronta francese. La cattedrale di Notre Dame, dal colore rosso chiaro, situata nel cuore del quartiere governativo, è in stile neoromanico con due torri quadrate: è il punto di riferimento più famoso della città.
L’ufficio postale, costruito a fine 800 da Gustave Eiffel, è incantevole. L’interno con la sua cupola sembra una stazione metropolitana ricca di antiche mappe. In fondo l’enorme ritratto di Ho Chi Min che vigila sulla sua terra e infonde speranza ai suoi abitanti. 
Indimenticabili le passeggiate lungo la Dong Koi Street, dove ci sono i negozi più lussuosi, e l’aperitivo alla terrazza del Rex: quasi ci si dimentica di essere in Vietnam. L’hotel Rex è stato il ritrovo di Terzani, Fallaci e altri inviati di guerra: dalla sua terrazza si osserva il sottostante boulevard, centro vitale di aggregazione e di passeggio. Qui mi sono sentita un’inviata di pace e più vicina al pensiero di Terzani ed ho oscurato ogni rabbia e orgoglio.
Prima di lasciare Saigon, una nuova full immersion nella città quasi a sfidare gli incauti motociclisti. Questo caleidoscopio di vita e di contrasti è unico.

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