Il diario del nostro viaggio in Vietnam e Cambogia

Tra cielo e terra, per vie d’acqua
Eccomi pronta per una nuova avventura.
Ecco quindi il diario del nostro viaggio in Vietnam e Cambogia

Parto alla volta del Vietnam e della Cambogia con l’immane desiderio di non sentirmi, da buona viaggiatrice, straniera ma un’ospite avida di scoprire sempre nuovi orizzonti.
Affronto questo viaggio tenendo, come sempre, presente il pensiero di Enzo Biagi: girando per il mondo si capisce che gli uomini piangono tutti allo stesso modo. E’ proprio questo che mi fa vivere con amore e tolleranza la diversità, mi fa sentire cittadina del mondo che ha il preciso scopo di arricchire il proprio animo apprezzando usi e costumi di popoli diversi.
Il viaggio è lungo, ma sarò ricompensata. Si vola con la Singapore Airlines con scalo a Singapore per poi atterrare a Hanoi.
Con il nostro accompagnatore, Pierfranco, siamo in quindici.

HANOI

I primi due giorni sono dedicati alla visita di Hanoi, la capitale del Vietnam, che sorge sulla riva destra del fiume Rosso.

Malgrado sia visibile l’influenza orientale e occidentale del periodo coloniale la “ città del drago che si alza in volo ” ha, specie nel quartiere vecchio, conservato le sue tradizioni.
Percorriamo parte di questo quartiere in risciò: è veramente il cuore pulsante della città, un labirinto di stradine che ospita negozi, templi e le caratteristiche case-gallerie dalle strette facciate. Attraverso questo dedalo di viuzze, ben trentasei, si apre un altro mondo che, anche se non è immune alla globalizzazione, appare sospeso in un remoto passato in grado di lasciare il mio essere stordito e nello stesso tempo incantato. Ci siamo immersi in odori, colori e sapori inconfondibili e in un caos stradale indisciplinato, difficile da descrivere: i motorini fanno slalom tra i pedoni. E’ tutto una magia questo quartiere: la vita si svolge sui marciapiedi, davanti alle vecchie botteghe, dove si vende di tutto finanche i topi di risaia che sono ritenuti molto prelibati. E’ proprio qui che si avverte l’odore della vita e trovo, in questo momento, quasi triste un vivere ordinato e solitario. Si viene facilmente contaminati da questo clima meraviglioso: è tutto una poesia che bisogna saper leggere e interpretare. Sono tutti, quasi sempre, sorridenti anche se nei loro cuori sono presenti le devastazioni dei bombardamenti statunitensi. Guardano al futuro, vogliono uscire dalla miseria, senza perdere di vista i valori umani del loro passato che danno significato alla vita.
Al centro della città c’è il lago Hoan Kiem dal colore smeraldo dove, secondo la leggenda, per allontanare gli invasori cinesi, gli dei avrebbero consegnato al re Le Loi una magica spada che poi fu trafugata da una tartaruga e restituita alla divinità. A questa tartaruga, sacra ai vietnamiti, è dedicato il tempio di Ngoc Son situato su un’isoletta del lago che raggiungiamo attraversando un ponticello rosso. Ancora oggi il lago è abitato da tartarughe le cui apparizioni sono simbolo di prosperità.
Visitiamo l’immensa piazza dove è situato il Mausoleo di Ho Chi Min, il leader che nel 1945 traghettò il paese verso l’indipendenza: lo zio Ho, tanto apprezzato dai suoi sostenitori. Tra frangipani, bagnani e siepi d’ibisco sorge la palafitta dello zio Ho, un luogo semplice e tranquillo dove il Padre della Padria, un potente uomo che viveva nell’umiltà, visse e lavorò per diversi anni. Vengo attratta da alcuni alberi le cui radici emergono dal terreno: sembrano dei comignoli o, meglio ancora, mute sentinelle dello zio Ho che, lungo il laghetto circostante sembrano pronte a proteggere la pace e la tranquillità che regna in questo luogo. Nel parco sorge il palazzo presidenziale dal colore giallo ocra in stile rinascimentale che veniva usato solo per le visite ufficiali. Nei pressi del mausoleo c’è la Pagoda a una sola colonna di legno somigliante a un fiore di loto, simbolo della purezza che emerge da un mare di tristezza. Pregare in questo luogo porta fortuna e felicità duratura.
Ci rechiamo al tempio della letteratura, risalente all’anno mille, dove i principi e i figli dei mandarini studiavano il Confucianesimo, una delle maggiori tradizioni filosofiche e morali cinesi.
Immancabile nel tardo pomeriggio lo spettacolo delle marionette dai colori sgargianti che danzano sull’acqua a suon di musica. Nel buio della sala sembrano camminare sull’acqua: raffigurano figure mitiche, animali, contadini, pescatori e divinità che celebrano scene di vita quotidiana. Bellissima la danza dei quattro draghi: uno spettacolo unico da non perdere. Giornate infernali dal punto di vista climatico: un alto grado di umidità ci fa percepire un caldo molto, ma molto afoso. Grazie adrenalina: sei un validissimo compagno di viaggio, con te supererò brillantemente ogni problema, sarò sempre più viva e mi depurerò dalle scorie della vita quotidiana.

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