Zanzibar: leggi il diario

Nakupenda tourIl Nakupenda tour ci ha consentito di visitare l’isola delle prigioni degli schiavi risalente alla tratta del diciannovesimo secolo. In quest’isola abitano le splendide tartarughe giganti originarie dalle Seychelles: diverse erano in fase di accoppiamento. L’Africa regala queste immagini di continuità della specie…in Namibia i leoni…ora le tartarughe. A me, comunque è bastato chiudere gli occhi per qualche istante e rivedere le Galapagos e George, la tartaruga morta dopo il nostro viaggio.   

        Indimenticabile lo sbarco per raggiungere Pange, una suggestiva lingua di sabbia che affiora con la bassa marea. La mia attrezzatura fotografica ha rischiato di essere sommersa dalle onde dell’oceano: ho vissuto attimi di terrore. Da una parte l’oceano tempestoso, dall’altra la bassa marea che ci ha consentito di immergerci nelle acque cristalline tra stelle marine e pesci tromba. I nostri accompagnatori, in brevissimo tempo, hanno allestito delle tende sotto le quali ci siamo veramente rilassati e poi preparato, con stile ed eleganza, un pranzo swahili a base di pesce cucinato alla griglia, formaggi e tantissima frutta tropicale. Tutta goduria! Nel pomeriggio la lingua di terra diventa sempre più sottile: il meraviglioso atollo sta scomparendo. Le due correnti di onde si scontrano l’una con l’altra e l’alta marea ci ha invitato ad andare via: ci ricorda che quello spazio non ci appartiene. Ritornati nella dhow, man mano che ci si allontanava la spiaggia bianchissima veniva sommersa dalle cristalline acque.

Spice tour 

Abbiamo fatto una bellissima passeggiata tra svariate piantagioni di spezie: uno speciale viaggio tra i sensi alla scoperta dei veri tesori di Zanzibar. L’esperta guida ci ha fatto toccare e assaporare frutti e spezie di ogni tipo trasformandoci in dei veri intenditori. E che dire della visita di Stone Town, la città multietnica dell’isola ricca di edifici coloniali situata sulla costa centro-ovest dell’isola? Abbiamo vagato per questa città di pietra, patrimonio dell’umanità, tra i labirinti delle sue viuzze osservando soprattutto la gente: una città dalle mille sfaccettature dove si riflettono influenze swahili, arabe, persiane, indiane ed europee. L’esperienza più bella è stata la visita al mercato locale ricco di odori e colori, dove ho osservato la gente incurante delle mosche e dell’odore nauseante. Quell’odore era diventato alle mie narici un profumo inebriante: è in questo modo che si assapora la vera essenza dell’Africa. Ero esterrefatta ma rispettosa.  Abbiamo concluso la serata con un tramonto infuocato. La sera nella mia stanza, nel mio letto a baldacchino, sono ritornata indietro nel tempo, ai tempi degli antichi esploratori: Burton e Livingston. Sembra che, da allora, non è poi cambiato molto.

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