Perù: leggi il diario

C’è intorno a noi una fitta nebbia per cui, dietro suggerimento della nostra guida, visitiamo prima il Museo “Giorgio Antonini” e assistiamo ad una conferenza sulla cultura locale. 
Arriviamo all’aeroporto e dopo un paio di ore di attesa, quando la  nebbia si è diradata,  saliamo su un piper  e sorvoliamo il luogo degli enigmi. Il pilota ci mostra la balena situata sul lato est del complesso poi alcune figure geometriche di un paio di Km e l’astronauta sulle pendici di una montagna che l’archeologa Reiche riteneva essere uno sciamano. Poi ancora la scimmia con la sua coda a spirale, il cane e il colibrì, l’animale più suggestivo il  cui becco è orientato verso est. Per finire la stupefacente figura del  ragno, uno degli aracnidi più rari del mondo, il condor che sembra pronto a spiccare il volo, il pappagallo, la mano e l’albero, metafora della vita, le cui foglie comunicano con il Sole e le radici con gli avi. Sembra effettivamente di essere in uno spazio geometrico che tende all’infinito.

La sera  siamo a Paracas.

XIII giorno

In mattinata facciamo l’escursione in motoscafo alle isole Ballestas. Lungo il tragitto osserviamo l’enigmatico disegno del candelabro su una duna sabbiosa che guarda verso l’oceano e che resiste al passare dei secoli. Di questo geroglifo si sa ben poco e varie sono le ipotesi avanzate da studiosi; c’è  chi ritiene che sia stato un faro per i naviganti, chi  il simbolo della croce del sud e chi vede in queste linee la sagoma di un cactus con poteri allucinogeni. Solo ipotesi ma tanti misteri.


Arriviamo così alle isole Ballestas, le piccole Galapagos peruviane, un paradisiaco luogo con diverse nicchie ecologiche abitate da colonie di pellicani, gabbiani, sule, pinguini, foche e leoni marini. Sono delle isole rocciose ricche di faraglioni, grotte e archi opera del grande artista oceanico che con le sue onde modella, a suo piacimento, la natura. Incantati da questo eden e da questa moltitudine di uccelli che volano sulle nostre teste lasciando qualche piccolo e poco gradito souvenir, ignoriamo l’odore nauseante del guano la cui raccolta è ancora importante per l’economia del paese.
Nel tardo pomeriggio ritorniamo a Paracas dove facciamo i nostri ultimi acquisti e ci poniamo come sempre la fatidica domanda: riusciremo a trovare, nella nostra casa, un posticino dove sistemarli? In serata arriviamo a Lima.

XIV giorno

Partiamo per la visita della città di Lima coloniale e moderna, “la Ciudad de los Reyes”. Ci fermiamo, dopo aver attraversato i quartieri residenziali, a Plaza  de Armas dove visitiamo la cattedrale che, malgrado sia stata danneggiata da vari terremoti, fu sempre ricostruita sul progetto originale: è qui che riposano le spoglie mummificate  di Francisco Pizarro, il fondatore di Lima. Questa storica piazza è stata testimone di tanti eventi storici: qui sono state eseguite le condanne dell’inquisizione ed è qui che nel 1821 i peruviani proclamarono la loro indipendenza. Visitiamo dopo il monastero di San  Francesco con le sue gallerie sotterranee, cimitero dei tempi coloniali. Non ci lasciamo impressionare dall’inquietante vista delle cripte sul pavimento piene di ossa, anzi ci sorprende l’ordine certosino della loro disposizione. Infine, prima di ritornare a piedi in hotel, ci fermiamo al parco dell’amore con il suo caratteristico monumento; siamo in cima alle scogliere e ammiriamo le spiagge del litorale di Lima. Sopra di noi ci sono tanti deltaplani e un pensiero attraversa la mia mente: vorrei poter volare, chiudere gli occhi e ritrovarmi sull’indimenticabile Macchu Picchu . Nel pomeriggio, trasferimento in aeroporto: si parte per l’Italia.

XV giorno

Arrivo a Catanzaro quasi a mezzanotte . 

Dedico questo diario ai miei compagni di viaggio 
e all’indimenticabile Maria Antonietta.

Il gruppo  del fantastico tour 
Dagli Appennini alle Ande”:

Francesco e Giovanni di Messina
Betty e Giovanni di Catanzaro
Gianluca e Valeria di Roma
Valentina e Marco di Firenze
Bianca e klaus di Bologna
Luisa, Giuliano, Irene e Giulio di Mantova
Raffaella e Giuseppe di Bergamo
Giorgia e Lorenzo di Varese
Qui termina il mio diario con un grazie
a tutti quelli che lo leggeranno.
Betty Ranieri                                                                        

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