Usa 2014: leggi il diario

Visitare Harvard, il tempio della cultura made in USA, ci fa vivere lo spirito del campus universitario conosciuto attraverso il cinema. Il rosso degli edifici,

il verde dei prati e quelle sedie colorate sparse ovunque mi fanno tornare indietro negli anni. Mi rivedo giovinetta universitaria, ma nello stesso tempo non posso fare a meno di constatare l’abissale diversità con le nostre università. Dimenticavo abbiamo toccato, come da tradizione, il piede sinistro della statua di Harward pensando al nostro Simone: lo vediamo, già in questo campus. Subito dopo raggiungiamo il prestigioso Mit. Chi non ricorda ”Beautiful mind” ambientato tra queste mura!  E’ qui che visitiamo il museo tecnologico e una mostra di ologrammi, il futuro della tecnologia.

Domani mattina si ripartirà per altre mete: siamo stanchi ma felici. Abbiamo camminato intere giornate e assaporato ogni istante. L’adrenalina è alta, come dice Giovanni che con Lorenzo, lungo il fiume, tutte le mattine fanno la loro maratonina di ben otto chilometri. Non può mancare, per concludere il nostro soggiorno a Boston, la visita all’Apple Store e un’ultima passeggiata lungo il fiume per ammirare, ancora una volta, il suo skyline. In viaggio verso Acadia Park, fino al confine col Canada. A Boston noleggiamo una macchina e inizia il nostro tour on de road.Veniamo colpiti subito dalla scritta sulla targa del veicolo: LIVE FREE OR DIE (vivi libero o muori). E’ il motto dello stato del New Hampshire,un omaggio alla libertà e ai suoi patrioti: il tutto per non dimenticare.Lasciamo Boston diretti verso Acadia National Park: siamo pronti ad assaporare i meravigliosi panorami del Maine.  Attraversiamo distese infinite pianeggianti, dove si avverte un’atmosfera di altri tempi: ci sentiamo quasi come i primi coloni che hanno esplorato questa costa atlantica ricca di così tante bellezze naturali. Spettacolari sono i porticcioli con le piccole casette di legno e ci  rendiamo conto di essere negli USA per le bandiere che sventolano in ogni parte.
Arriviamo a Bar Harbor, un’animata località al largo della costa nord del Maine. incastonato nella bellissima Mount Desert Island. Percorriamo il loop road, l’anello circolare del parco: alla nostra vista un panorama indescrivibile. E’ nell’era glaciale che Madre Natura ha scolpito questo scenario ricco di valli, laghi, coste rocciose di blocchi granitici, baie e fiordi. Ogni sosta una scoperta come quella del Thunder Hole, una piccola insenatura naturale scavata nella roccia, dove le onde s’incanalano tra gli scogli. Che rumore! Il dio del tuono scaglia le sue saette.

La Frenchman Bay, il luogo dove si combatté la battaglia tra francesi e inglesi per la conquista del nord America, è dormiente.Gli isolotti sono immersi nella nebbia, non riusciamo a scorgere nemmeno il faro Egg Roack: la natura stende un velo sulle sue bellezze e sembra ribellarsi agli umani.  Il faro, custode di segreti di altri tempi, ha tuttavia ugualmente, un suo fascino. Ci accontentiamo di una foto: è un vero dipinto. Oggi picnic nel parco da dove si avverte l’aria dell’oceano che sembra favorire i sogni di libertà. Ora capisco perché scrittori famosi come Damon e King si sono ispirati, per le loro opere da brivido, a questi luoghi sull’oceano vicini a fitte foreste. Non avrei mai immaginato, inoltre, di vivere le atmosfere che hanno fatto da sfondo all’arzilla detective Jessica Fletcher che brillantemente risolveva i suoi intricati delitti. 

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.