India: leggi il diario

Raggiungiamo il Gange e scendiamo in un ghat tra mendicanti e malati che hanno una scodella in mano dove qualcuno versa loro qualche mestolo di riso: si tocca con mano la vera povertà, ci si sente veramente poveri dentro. Lungo il fiume c’è la vita che va al di là della morte, assistiamo alla cerimonia sacra del fuoco, l’Aarti Puja: i sacerdoti danzano, cantano, benedicono il fiume e offrono le lampade alle divinità. Osserviamo a bocca aperta storditi dal forte profumo dell’incenso; tutti intorno a noi pregano e cantano, veniamo coinvolti in un’atmosfera ancestrale e misteriosa che trasmette grande serenità e pace interiore. Saliamo in una barca a remi e facciamo un giro lungo il fiume, dalla barca si percepisce ancor di più quell’atmosfera mistica e misericordiosa quando scorgiamo i fuochi delle pire funerarie e deponiamo nel fiume sacro delle piccole corone di fiori con delle candeline accese: la vita e la morte formano un connubio indissolubile, la vita fluisce nella morte. L’indomani mattina ci aspetta l’alba sul fiume Gange, piove a dirotto e Varanase è completamente deserta, il fiume è avvolto dalla nebbia che lo rende ancor di più misterioso: solo qualche coraggioso credente non rinuncia alla purificazione dell’anima dai peccati in quell’acqua putrida, una fogna a cielo aperto.

Il nostro viaggio in India è finito. Porteremo sempre nei nostri cuori il profumo dei fiori e degli incensi all’entrata e dentro i templi, i colori dei sari, quelle magiche cerimonie religiose e il sorriso dei tanti bimbi che avevano sicuramente poco o niente da mangiare ma erano contenti a testimonianza che la ricchezza non rende felici, la povertà con decoro sì. Questa terra ci insegna che la vita scorre e l’uomo deve accettare il suo Karma, deve seguire un vero “vademecum” di vita, la legge della vita dove ogni azione ha una conseguenza nella vita attuale o in quella “successiva”.

                                                                                                                                                                                                            Betty Ranieri





Scriveva Pasolini: “Un occidentale che va in India ha tutto ma in realtà non dà niente”. L’India invece che non ha nulla dà tanto”. Queste parole si commentano da sole.

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