Usa 2009: leggi il diario

L’indomani raggiungiamo la zona dei moli e il famoso Pier 39 di Fisherman’s wharf dalla festosa aria con i suoi coloratissimi negozietti trendy e i suoi tipici ristoranti dai deliziosi profumi di fritto; qui una colonia di leoni marini ha la sua fissa dimora: amano cullarsi e dormire beatamente su un molo abbandonato concedendosi, come delle vere star cinematografiche, a fotografi e cineasti amatoriali. Dal Pier 39 raggiungiamo con un traghetto Alcatraz. Affascinante è la vista dal traghetto sulla città, un lungo skyline con i suoi grattacieli dai design molto accurati tra i quali spicca imperioso il Transamerica Pyramid dalla
caratteristica forma. Non dimenticherò mai quei gabbiani che ci scortano fino all’isola, volando sopra di noi: si fanno fotografare da vicino, veramente adorabili. Man mano che ci avviciniamo all’isola si respira, so perché,un’aria di pace e di tranquillità; Alcatraz è stato un carcere federale che ha ospitato atroci criminali come Al Capone e Stroud, ma quelle prigioni trasmettono sensazioni straordinarie che lasciano il segno. I detenuti scontavano pene per orrendi crimini e dall’interno del carcere potevano osservare un pezzo di mondo situato in uno dei posti più spettacolari della terra.Quel mondo gli era sfinito di mano e forse mai l’avrebbero potuto osservare da uomini liberi: questa era la pena più dura da scontare e sicuramente, da quelle misere celle, hanno apprezzato il prezioso valore della libertà. Tra quei corridoi e in quel cortile, reso famoso dal film “fuga da Alcatraz”, ascoltando la descrizione particolareggiata dell’audio-guida anche i detenuti nel mio animo sono stati redenti: sono uomini liberi in un’oasi felice. L’indomani a malincuore avremmo lasciato San Francisco e ora capisco perché è chiamata spesso: Everybody’s favorite city. 
Come da programma comincia il nostro tour, a stretto contatto con la natura, nei parchi ovest dell’USA e con un fuoristrada partiamo di buon’ora alla volta di Yosemite, nel cuore della sierra Nevada, uno dei parchi più belli e più antichi degli Stati Uniti. Dopo aver attraversato immense pianure finalmente appaiono le montagne: rocce a strapiombo scolpite dalle glaciazioni. Che spettacolo! Che colori! Gli occhi sono inebriati da cotanta bellezza, questi panorami incanterebbero anche i peggiori tra gli increduli. Dopo una piccola sosta al Yosemite village ritorniamo al nostro lodge stanchi ma carichi di entusiasmo pronti ad affrontare una nuova giornata tra queste meraviglie della natura. Quella sera, dopo aver trascorso qualche oretta in terrazza tra incauti procioni che vogliono a tutti i costi invadere il nostro habitat, mi addormento cullata dal rumore dell’acqua del fiume che scorre tra i sassi. Che musica dolce e soave! 

La tappa successiva è la Yosemite Valley, la grande cattedrale della natura, creata da un antichissimo ghiacciaio con il suo El Capitan, la falesia verticale di circa 900 metri ritrovo dei free climbers e siamo convinti di averne individuato alcuni: sembrano formiche in un mare di granito. Ci sentiamo veramente piccoli davanti a queste vertiginose pareti; ci fermiamo spesso per osservare queste rocce il cui tempo geologico ha dato origine a guglie di granito monumentale a forma di cupole, ad altissime cascate, a laghetti e a valli a forma di U ricche di morene. Dopo andiamo a Mariposa Grove nelle foreste delle sequoie gigantesche dove ci aspetta un percorso a piedi di oltre tre miglia; in quest’area boschiva ci sono sequoie che hanno visto fino a tremila primavere durante le quali sono state osservatrici dall’alto dei cambiamenti sociali e civili dell’umanità: tra l’altro hanno visto sviluppare e poi scomparire la civiltà indigena grazie all’uomo bianco e alla sua avidità di supremazia; questi giganti sono i veri vecchi dell’umanità che hanno sicuramente utilizzato uno sconosciuto elisir  di lunga vita che ha permesso loro di sopravvivere a tante avversità e ora, dalle cime più alte, sembrano implorare i grandi della terra affinché combattano, con tutte le loro armi a disposizione, la guerra ambientale e possano salvare il pianeta terra. Ci sono sequoie da guinness dei primati, alte anche cento metri, che si innalzano verso il cielo mostrando la loro maestosità come il Grizzly gigante e con forme particolari come la sequoia tunnel e quella a forma di arco. Continuiamo in salita il nostro giro nella foresta incantati e sempre pronti a fotografare questi enormi alberi uno più bello dell’altro.

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