Egitto: leggi il diario

Navigare sul Nilo, osservare le sue rive ricche di vegetazioni è come navigare sul trono della storia; Si ritorna indietro nel tempo, mi sembra di navigare su di una feluca verso l’alto Egitto in compagnia del mio amato faraone tra sponde ricche di palme di datteri, di canne da zucchero e di rigogliosi papiri; ad un certo punto mi sembra di intravedere un coccodrillo che fa un vorticoso tuffo in acqua e mi fa ritornare alla realtà. Il tramonto sulla nave è stupendo: osservare il sole che va a rigenerarsi dietro la montagna sulla riva ovest ci fa immergere in un misticismo senza precedenti. Dopo cena c’è la serata danzante in costume arabo: avevamo comprato dei vestiti che ci erano stati lanciati in cabina da alcune barche. Quella sera e altre ancora ci siamo tanto divertiti in compagnia di sei simpatici avventurieri con i quali abbiamo fatto gruppo fisso ed abbiano  salutato il nuovo anno in un clima veramente unico.


Ad Edfu  visitiamo il tempio tolemaico  che risale all’antico regno dedicato al dio  Horus raffigurato o con la testa di falco o con la forma alata di disco solare; maestosa è l’entrata con le sue decorazioni rimaste intatte fino ai nostri tempi in quanto per diversi secoli è stato sepolto dalla sabbia del deserto. Mi da l’idea di una fortezza ben protetta nel cui interno, dove si ritiene sia stato celebrato il matrimonio del dio con la dea Hathor, si svolgevano numerose feste come documentano le immagini che tappezzano le pareti: sovrani tolemaici che consegnano offerte al dio Horus, protettore dei faraoni e divinità e sacerdoti che trasportano la barca sacra. Sono rimasta colpita dal soffitto che in alcuni punti era scuro ed ho chiesto spiegazioni alla guida che ci ha  raccontato che all’origine era un cielo stellato ma è diventato così in quanto un tempo questo luogo era rifugio di cristiani che vi bruciavano oli per cancellare le tracce del loro passaggio. In questi incantevoli posti c’è sempre stato qualcuno che ha danneggiato, ha saccheggiato e anche i cristiani hanno fatto la loro parte. Grazie madre natura per quello che sei riuscita a salvare dalla malvagità umana e dallo scorrere del tempo.

Ritornati sulla nave proseguiamo la navigazione verso Kom Ombo dove visitiamo, su un promontorio della riva est del Nilo, un tempo abitata da famelici coccodrilli, il tempio doppio delle due divinità con due ingressi e due sacrari. Il tempio a destra è dedicato a Sobek, il coccodrillo dio della fertilità che salvò il piccolo Horus caduto in acqua, quello a sinistra a Horus il dio dalla testa di falco sterminatore dei nemici di Osiride; le pareti delle varie sale raffigurano i re che portano offerte alle divinità e immagini del toro sacro. La guida ci fa soffermare su delle pareti che sono delle vere enciclopedie mediche in quanto vi sono raffigurate tecniche anche chirurgiche e gli strumenti utilizzati. Osserviamo, in particolare, i bassorilievi dedicati alla ginecologia e all’ostetricia che ci lasciano capire apertamente che, considerati i tempi, gli egizi erano  decisamente all’avanguardia anche nel campo medico.


Arriviamo ad Assuan dove il Nilo diventa lago e si sposa con il deserto  formando tantissime isolette incontaminate che ci regalano una vista mozzafiato. Nel pomeriggio visitiamo la diga e il tempio di Philae dedicato alla dea Iside il cui culto è continuato per alcuni secoli anche nell’era cristiana. Questo tempio è situato su un’isoletta del lago Nasser dove è stato trasferito in seguito alla costruzione della diga, un posto molto suggestivo, tra isolette spoglie che noi raggiungiamo a bordo di una feluche. In serata, dopo cena,  facciamo un giro al bazar affollatissimo tra luci, profumi e spezie colorate; vi regna un’atmosfera veramente speciale e serena che questo popolo di austera dignità sa offrire ai suoi visitatori.

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